sabato 22 marzo 2014

Antefatto: l'entrata in guerra (e che guerra!) - Parte 1 di 4

Mi presento, il mio nome è Alessio ho 20 anni e da un anno e mezzo sono in guerra con la cosiddetta "malattia del secolo" ovvero il cancro. Prima di contrarre questa malattia sono sempre stato, nonostante la mia magrezza sembrasse dimostrare il contrario, un ragazzo fisicamente molto forte: mai avuto problemi di salute, le infezioni stagionali non sapevo neanche cosa fossero e la parola ospedale era a me sconosciuta. Qulcuno però aveva deciso che la mia vita era stata troppo semplice e che era ora di complicarla un po', così agli inizi di giugno del 2012 inizio ad avvertire quando cammino un lieve dolore all'altezza del ginocchio, nella zona distale del femore.
"Vabè" penso io "sarà un dolorino da nulla, passerà", e così passano i giorni e le settimane.
Arriviamo a luglio e il dolore persiste, anzi aumenta, infatti il ginocchio comincia a farmi male anche a riposo, però è ancora un dolore blando e quindi continuo a dirmi che non è nulla. "Ma come?!", direte voi, "hai un dolore al ginocchio che persiste da un mese, ti aumenta pure e tu non ti preoccupi?" ebbene si, se potessi tornerei nel luglio di 2 anni fa e mi spedirei a calci nel deretano dal dottore, fatto sta che allora non lo feci.
Passano altri giorni e il dolore aumenta sempre di più, caso volle che in quel periodo avessi una visita da un ortopedico a causa di un problema alla schiena e così accennai a lui i dolori al ginocchio. Per tutta risposta lui mi tastò con vigore il ginocchio (facendomi vedere le stelle) e concluse che il problema era la cartilagine che era debole e andava rinforzata. Mi rifilò un integratore e tanti saluti.
Inizio a prendere questi integratori ma il dolore non va via, anzi, aumenta a tal punto che necessito delle stampelle per camminare e il ginocchio comincia a gonfiarsi, così vado dal medico di famiglia che mi fa fare una radiografia, la quale però esce APPARENTEMENTE pulita. Ricordatevi questo "apparentemente", perchè in futuro ne riparleremo.
Scartata la radiografia il medico mi fa fare una risonanza magnetica e da qui si inizia ad intravedere qualcosa, dicono che ho del liquido nel ginocchio ma che per sicurezza devo fare una TAC con contrasto. Faccio la TAC con contrasto ed esce fuori la verità: ho una massa lunga 10 cm nella zona distale del femore (quella che si collega al ginocchio, per capirci). Intanto sono passati quasi 3 mesi dalla comparsa del dolore.
Il 22 agosto del 2012 il medico di famiglia pronuncia la sua sentenza: ho un osteosarcoma al femore, un tumore maligno che colpisce le ossa, e devo farmi vedere quanto prima da un esperto.
Per me, sul momento, è stata come una mazzata. Mi sono trovato dall'oggi al domani catapultato in un mondo completamente nuovo per me, un mondo fatto di ansie, paure, sofferenze e dolori.
Lucido come sempre mio padre si mette immeditamente in contatto con il primario del reparto di ortopedia oncologica dell'Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna che mi fissa un appuntamento per il 24 agosto.
Ve la farò breve, l'ortopedico mi conferma quel che il medico di famiglia già mi aveva anticipato e mi fa notare che il tumore lo si vedeva tranquillamente fin dalla radiografia (e qui ricordatevi quell'"apparente").
Domanda: adesso io cosa dovrei fare a quel precisissimo e competentissimo radiologo che non è riuscito a vedere in una radiografia un tumore di 10 cm? Come minimo dovrei svitargli gli occhi e riavvitarglieli al contrario. Ma ogni consiglio e ben accetto.
E poi niente, il 25 agosto vengo ricoverato, indosso la mia uniforme da combattimento, imbraccio il mio fucile fatto di speranza e buona volontà e dichiaro guerra al male del secolo mentre mi chiedo se mai tornerò alla vita di prima.


Continua...

4 commenti:

  1. Credo che di fronte ad un dolore al ginocchio chiunque avrebbe pensato ad una tendinite, a un problema al menisco o qualcosa del genere. Certo non al cancro, anche perché - diciamocelo - quanti sanno che esiste l'osteosarcoma?
    In fondo anche l'ortopedico l'aveva ritenuto un problema di poco conto.
    Quindi niente calci nel sedere, non te li meriti.
    Speranza e buona volontà invece sì, in abbondanza. E coraggio, fiducia, pazienza e sorrisi per accompagnarti in questo cammino.

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  2. Leggo la tua storia nel 2015. Ho già letto il tuo ultimo post e.. ed ho scelto di iniziare dall'inizio. Ti sento vicino e non so il perché, mio caro coetaneo. Scriverò il tuo nome su un foglio, seppur non avendo avuto la possibilità di conoscerti, sarò lieta di annotare tutto quel che ti piace, per ricordarne le piccolezze; ed in questo modo, sulla carta, ti porterò ovunque andrò e racconterò della tua forza.

    Guerriero, un saluto dalla cittadina di Milazzo.

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  3. Ho scoperto il tuo blog oggi, 30 Agosto 2016, troppo tardi per congratularmi con te per la forza, la voglia di riuscire e l'ironia con cui hai affrontato tutto. Leggere il blog dona sensazioni forti (rabbia, commozione, empatia), solleva interrogativi e, perché no, strappa qualche sorriso (anche se amaro) sul modo in cui hai ironizzato sulle difficoltà. Sono un estraneo, capitato per caso sul tuo blog, che mentre piange, commosso davanti al pc, prova un senso di umanità ed empatia che mi porta a provare affetto. La tua vita è stata breve ma quello che hai lasciato con il tuo coraggio, con la tua personalità rimarrà a lungo nel tempo, né è un esempio la forza e la commozione che provo in questo momento. Un abbraccio Guerriero.

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  4. È bene denunciare i medici incapaci proprio perché non facciano altri errori. Non si scherza con la pelle degli altri e purtroppo non è la prima diagnosi che sento sbagliare. Bisogna trovare il coraggio di segnalare l'incapacità di certi medici come,al contrario, elogiare gli altri...

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