lunedì 31 marzo 2014

Sambuca Party

Oggi sono a Bologna. Già, per mia grandissima gioia sono a Bologna.
Sono contento a tal punto che piuttosto che stare qui preferirei ritrovarmi in Siberia a -30° mentre fuggo, nudo, da un branco di lupi feroci.



...che immagine raccapricciante...



Sorvoliamo và.
Dicevo, mi trovo a Bologna perchè dopo i Ginger Party e le Aranciata Party delle settimane scorse domani dovrò partecipare ad un Sambuca Party.
Non ve lo avevo detto? Eppure mi sembrava di aververlo anticipato nello scorso post...vabbè.
Comunque, il party inizierà alle ore 8:00 (e badate bene che ho scritto 8:00, non 20:00) presso l'Istituto Ortopedico Rizzoli, abbiamo optato per la mattina perchè farlo la sera era troppo mainstream e così abbiamo deciso di cambiare un po'.
La cosa particolare di questo party è che la Sambuca vi verrà sparata direttamente in vena da un aggeggio simile a questo:












così da percepirne molto meglio gli effetti benefici, e lo farete da stesi, così in caso di picchi di euforia o mancamenti per la gioia già vi ritrovate in posizione di sicurezza.
Inoltre non preoccupatevi se non vedrete le bottiglie, anche quelle le abbiamo reputate troppo mainstream. La Sambuca vi verrà portata infatti in sacche molto simili a questa:







Siete tutti invitati, grandi e piccoli, belli e brutti, alti e bassi, magri e grassi. Ma badate che prima di poter entrare dovrete sottoporvi ad una serie di analisi (che io già ho fatto e superato) per stabilire se il vostro corpo potrà reggere a cotanto divertimento e felicità, quindi preparatevi psicologicamente.
Per il resto sarà una mattinata indimenticabile, ci saranno anche numerosi giochi come Centra la bacinella, Corsa con le stampelle, Lucida il mio cranio o IngoiaquellapillolagrandequantounoZeppelin.
Vi aspetto numerosi eh, e per quelli che non potranno venire, beh, potrò sempre scrivere un riepilogo della giornata qui sul blog.
A questo punto so cosa vi state chiedendo...perchè la Sambuca?
Eh, non ditelo a me, io avevo votato per la Vodka (il colore è quello), che avevo pure un paio di amici russi e kazaki da invitare, ma che volete...questo passa la casa...


Alessio

mercoledì 26 marzo 2014

Dopo la salita c'è sempre una discesa

Nota del capitolo precedente: prevedibilmente la stanchezza ieri mi ha fatto saltare un passaggio. C'è da specificare che prima di cominciare le chemio i medici decidono di farmi fare una nuova PET di controllo per cercare di capire nuovamente l'origine dei noduli al polmone. L'esito della PET stavolta non solo conferma che i noduli al polmone sono un ritorno di malattia ma mostra nuove metastasi all'inguine, alla colonna vertebrale e all'osso sacro. Insomma la situazione è degenerata. Da qui, la decisione dei medici di cominciare nuovamente le chemio.Chiedo scusa per aver saltato queste informazioni.

Bene, è di ora di raccontarvi anche l'ultimo pezzo del racconto, niente più rinvii.

 Il 24 Marzo mi presento alle 16 in ospedale pronto per sottopormi alla TAC di controllo. Non so per quale motivo, ma non ero assolutamente teso, anzi, ero pronto a ricevere qualunque notizia buona o brutta che fosse.
Finalmente alle 17 mi fanno entrare, come al solito mi fanno passare un paio di volte nella macchina (con la solita temperatura polare a -30°) e poi mi dimettono. I risultati mi verranno comunicati il giorno dopo prima di fare il quinto ciclo di chemio il quale verrà modificato in base ai risultati.
Nonostante mi senta tranquillo la notte dormo poco o niente e così il giorno dopo alle 5 già sono sveglio. Passo le seguenti 2 ore andando avanti e indietro per la stanza d'albergo, creando un fosso degno di quelli di zio Paperone.
Alle 8 in punto arrivo in ospedale, mi fanno le analisi e mi preparo ad attendere i dottori.
Dopo 2 ore di attesa finalmente vengono a riferirmi gli esiti della TAC...che non sono tanto positivi.
I noduli infatti seppur di molto poco hanno continuato a crescere. Certo è che la chemio ha rallentato la crescita ma questo di certo non è un risultato soddisfacente in quanto l'obiettivo è ridurre la massa non rallentarla. Il risultato è che bisogna passare al piano B...quindi c'era un piano B. Pfiu!
Il piano B prevede di cambiare uno dei due farmaci che attualmente faccio con uno che "dovrebbe essere più efficace", testuali parole del dottore.
"Dovrebbe? Come DOVREBBE? dal 2012 è la quarta terapia che cambio e se le altre ERANO efficaci e non hanno funzionato figuriamoci questa che DOVREBBE essere efficace!!"
 
Questo è stato il mio primo pensiero, che fortunatamente la mia bocca non ha espresso.
Pensandola razionalmente "dovrebbe" non è che sia una parola che ispiri tanta fiducia ma dato che non abbiamo alternative vediamo di accontentarci.
Quindi mi ritrovo punto e daccapo ad affrontare una nuova salita, non ho idea di quanto durerà questa terapia ne so che fine abbiano fatto le restanti metastasi, immagino di dover fare a breve un altra PET per scoprirlo, ma tanto dopo la salità c'è sempre una discesa, no? E la discesa arriverà, bisogna solo raggiungerla.
Che poi, poco fa riflettevo sul numero di PET e TAC fatte fin'ora dal 2012: quante saranno? Venti? Trenta? Cinquanta? Con tutte queste radiazioni alla fine della cura potrei tranquillamente diventare giallo come i Simpson o potrebbe crescermi una terza mano o anche potrei entrare a Chernobyl senza che mi succeda nulla...e anche se so che molto difficilmente accadrà una cosa simile devo ammettere di essere molto affascinato all'idea.
Lo so, sono un irresponsabile.


Alessio


martedì 25 marzo 2014

Antefatto: I'm back - Parte 4 di 4

E così eccoci giunti all'ultimo capitolo di questo (s)piacevole viaggio nel tempo, eravamo arrivati alla mia guarigione.
Dunque, dopo l'ultima chemio comincio di nuovo a vivere la mia vita: uscire, portare l'auto, vedere gli amici, ecc. In più comincio una terapia sperimentale con un farmaco di nome MEPACT il quale oltre che ridurre la mortalità del 12% o giù di li (e qui scialiamo, signori [e signore]), in teoria avrebbe dovuto "addestrare" le mie difese immunitarie a reagire contro delle eventuali future cellule tumorali. Un progetto ambizioso, mi dico.
Il farmaco andrà fatto 2 volte a settimana per i primi 3 mesi e poi 1 volta a settimana per i restanti 6, per un totale di 48 cicli diluiti in 9 mesi. Ogni infusione dura circa 2 ore e a causa delle massicce dosi di antistaminici che mi fanno prima del farmaco il giorno della terapia inodosso nuovamente i panni di un ghiro e non faccio che dormire fino al giorno dopo.
Passano i giorni, le settimane e i mesi. La protesi ormai mi permette di fare tutto ciò che voglio nei limiti del possibile e durante una radiografia di controllo mi stupisco della perfezione con cui è stata installata.
Le prime due immagini sono scattate frontalmente, le seconde di profilo















Andiamo, non mi dite che non sembra il ginocchio di Robocop!!
Cosa? Non l'avete mai visto?
Beh io si, fidatevi, è uguale.

Dicevo, i mesi passano tranquilli, ed inizio anche a decidere il mio percorso universitario.
Tutto procede bene fino alla visita di controllo del 24 settembre 2013: la TAC mostra infatti un piccolissimo nodulo (di appena 1,6 mm) molto sospetto al polmone sinisto e così mi prenotano una PET per il 10 ottobre e una TAC con contrasto per l'11.
La PET non rileva nulla di eclatante, e il che è un bene perchè significa che il nodulo non è "attivo", mentre dalla  TAC si scopre che ho parte dei bronchi (circa 7 mm) inspessiti; tuttavia nessuno dei medici sa spiegarsi la natura del nodulo e dell'inspessimento e così decidono di farmi una una broncoscopia con biopsia. Alla parola "broncoscopia" mi si sono rizzati i capelli e gelato il sangue nelle vene, tuttavia anche i medici hanno un cuore e quindi decidono di farmela in anestesia totale.
Il 23 faccio la broncoscopia con annessa biopsia e mi preparo ad attendere i risultati.

Ma i guai non vengono mai da soli, e io sembro una calamita per codesti guai.
Il 26 mi sveglio nella notte con dei terribili dolori al busto e alla schiena, febbre a 40 e dei brividi che in confronto il martello pneumatico mi fa una pippa.
Mi portano al pronto soccorso dove mi accettano in codice giallo per sospetta broncolpomonite...un altra...UN ALTRAH!!! Ad esattamente 1 anno di distanza dalla prima.
E questa volta non mi sono accontentato della semplice broncopolmonite, ma mi si è creato anche un ascesso al polmone destro e ho un infezione del sangue dovuto probabilmente al CVC. Non mi son fatto mancare nulla.
"Care difese immunitarie, fate schifo, datevi all'ippica.
Saluti

Alessio"

E niente rimango ricoverato in ospedale per ben due mesi, dal 26 ottobre al 24 dicembre.
Perchè così tanto tempo? Perchè i medici erano tante ciofeche che non sapevano manco fare il loro lavoro.
Ho cambiato 3 volte terapia, fatto 2 broncoscopie, tolto il CVC e riempito credo un centinaio di provette di sangue senza vedere un minimo miglioramento. Solo grazie all'intervento di un infettivologa che mi bombarda con i più pesanti antibiotici in circolazione riesco a guarire a metà gennaio 2014. Intanto durante il ricovero arrivano gli esiti della biopsia sui noduli: tutto negativo, non sono un ritorno di malattia. Sono al settimo cielo.
Ma la gioia dura poco, perchè la TAC di controllo che conferma la guarigione dalla broncopolmonite mostra anche un dato sconcertante. I noduli (perchè poi sono diventati 2 durante la PET) che avevo al polmone si sono ingrossati enormemente e non si sa perchè.
Ora, dato che per i medici tutto ciò che cresce è maligno decidono di consultarsi tra loro e con i chirurgi rotacici per stabilire il da farsi.
Il 3 febbraio mi convocano a Bologna e mi confermano i miei sospetti: i noduli sono delle metastasi e per di più sono inoperabili, quindi si può solo sperare nella chemioterapia.
Le nuove chemio andranno fatte in Day Hospital, dureranno qualche ora e tra una chemio e l'altra ci saranno 1 o 2 settimane di pausa in base al farmaco.
Altra mazzata, ormai le colleziono...prendo più mazzate io che una pallina da baseball quindi ormai ci ho fatto il callo. L'importante è guardare al futuro con ottimismo.
Riesco a fare 4 cicli di chemio, ed eviterò di descrivervi i soliti rognosi effetti collaterali, poi il 24 marzo (cioè ieri ndr.) ho la TAC di controllo per stabilire se queste chemio hanno effetto o no. In caso contrario non so se esista un piano B, ma meglio non pensarci, prenderò le notizie buone o cattive che siano come ho sempre fatto: con il sorriso sulla faccia. Manca poco. L'ora della verità si avvicina...

...ma questo ve lo racconto domani, sono appena tornato da Bologna e dopo 6 ore di auto sono leggermente fritto, abbiate pazienza (e perdonate anche eventuali "orrori" di ortografia).
Ora il blog è finalmente al passo coi tempi e non sembro più un vecchio bacucco che racconta della sua gioventù. 
Per quanti leggeranno questo post prima di domattina, auguro una buona notte a tutti. Ciao!

Alessio


lunedì 24 marzo 2014

Antefatto: come Robocop - Parte 3 di 4

Bene, proseguiamo il nostro viaggio nel tempo con la terza parte del racconto.
Dicevo, durante l'ultima chemio mi avvertono che l'intervento è programmato per il 9 novembre (si, nel capitolo precedente ho fatto un errore di data, ma poi capirete perchè) e che il 5 ho il ricovero.
Poi mi spiegano a grandi linee in cosa consisterà l'intervento: in pratica taglieranno circa 12-13 cm di femore e 1-2 cm di tibia per poter creare una protesi mobile e permettermi di tornare a muovermi liberamente. Ora, quale mai potrà essere stato il pensiero di un 19enne che tenta di sdrammatizzare la situazione di fronte a tale notizia? Vi do un indizio: guardate il titolo del post.
 Esatto!
"Un primo passo per diventare come Robocop!!" ...roba da prendermi a ceffoni, eh?! Ma andiamo avanti.
Il 5 di novembre mi presento tutto baldanzoso in reparto, ma da subito una cosa non convince gli infermieri: la forte tosse che ho da circa una settimana. Mi fanno fare così una TAC al torace e cosa esce fuori? Che ho una bella broncopolmonite e che quindi l'intervento me lo posso pure sognare.
Vi lascio immaginare il mio stato d'animo quel 5 novembre. Da giorni aspettavo quel 9 novembre per potermi finalmente liberare da quella bestia che avevo nella coscia e quando il momento sembrava essere giunto ecco che si presenta un nuovo ostacolo da superare che rinvia tutto. Evabè così è la vita.
Sono costretto così a tornare a casa e a sottopormi ad una massiccia dose di antibiotici per 2 settimane, dopodichè il 19 novembre mi sottopongo alla radiografia di controllo la quale mostra che finalmente la broncopolmonite è passata. I medici così mi fissano l'intervento per venerdi 23 novembre (ecco quindi spiegato l'errore del capitolo precedente).
Il giorno prima dell'intervento decido di chiamare a raccolta globuli bianchi, piastrine ed emoglobina e li prego di non fare altri scherzi prima dell'intervento, dopo poi possono fare quel che vogliono.
Impietosite le mie difese immunitarie decidono di darmi retta e così il 23 novembre mi svegliano all'alba e mi portano in sala operatoria dove nel giro di 10 minuti mi riaddormentano nuovamente. L'intervento dura circa 6 ore ma riesce perfettmente.
Il giorno dopo viene a farmi visita l'ortopedico che mi ha operato e mi dice che purtroppo il tumore aveva intaccato anche il quadricipite e così hanno dovuto togliermi parte del muscolo (io ad occhio direi una buona metà) ma che questo non influirà assolutamente sulla guarigione in quanto la parte rimanente di muscolo compenserà quella mancante. In più mi porta delle brutte notizie inaspettate: in primis la mia protesi ha una componente che andrà cambiata ogni circa 10 anni; in secondo luogo potrò camminare, certo, ma è sconsigliato correre, saltare, fare qualunque tipo di sport pericoloso per il ginocchio e andare in bicicletta...praticamente non potrò fare quasi più nulla e questo non è quello che l'ortopedico mi aveva detto all'inizio.
 Ma che ci posso fare? Dovrei davvero prendermela? 50 anni fa me l'avrebbero amputata la gamba, dovrei essere grato di avere la possibilità di poter tornare a camminare. Prendiamola con filosofia.
Intanto i primi giorni passano tranquillamente grazie all'anestesia epidurale che mi addormenta completamente il corpo da bacino in giù, tuttavia allo scadere dell'effetto anestetico inizia l'inferno.
Dolori lancinanti a tutta la gamba sinistra e sulla cicatrice, febbre, e in più le mie difese immunitarie, seguendo alla lettera il mio discorso di qualche giorno prima, decidono di andarsi a fare una vacanza costringendomi a fare trasfusioni e a prendere immunostimolatori.
Fortunatamente il reparto di ortopedia oncologica del Rizzoli ha un personale efficentissimo che mi ha aiutato molto a superare il momento critico.
Dopo molti giorni passati tra fisioterapia e antidolorifici arriva il giorno della prima chemio post operatoria, e dato che l'esito dell'esame istologico sul femore (che dovrebbe stabilire se le chemio hanno avuto effetto o no) ancora non è arrivato si decide di farmi fare un gingerino da 2 giorni giusto per copertura, il quale, fortunatamente, non mi porta effetti collaterali degni di nota.
Intanto la cicatrice migliora di giorno in giorno.
Notare la lunghezza della zip composta da 33 punti















Nota: la gamba incerottata è la sinistra, la webcam ha specchiato l'immagine e nella foto risulta come destra.

Intanto i giorni passano e arriva anche il risultato dell'esame istologico, la mortalità delle cellule tumorali dopo le chemio è stata di "appena" il 60%. Si, appena, perchè in oncologia per poter ritenere che una cura abbia avuto successo si deve avere un tasso di mortalità che superi il 90%.
Ciò significa che i gingerini e le aranciate chemioterapiche non hanno fatto effetto e che quindi bisogna cambiare terapia.
Decidono di farmi 4 cicli da 5 giorni di chemio, con una pausa tra un ciclo e l'altro di 15 giorni.
Ora, per me già era duro rimanere per 4 giorni di seguito attaccato alla pompa, 5 giorni sono decisamente troppi!! Eppure mi tocca.
Anche stavolta sarò breve, i 4 cicli si dimostrano duri come i precedenti e mi portano gli stessi effetti collaterali aggiungendoci però la sonnolenza...
Avete presente il ghiro? Ecco, da vegetale con le nuove chemio sono diventato un ghiro. Dormo giorno e notte, il che è un bene dato che quando sono sveglio devo sopportare febbre, stomatite e dolori vari.
Però come dico sempre tutto passa e così un bel dì di marzo 2013 termino le chemio. Beh, vi dirò che quel bel dì mi è sembrato di rinascere. Ormai grazie alla fisioterapia ero tornato a camminare (o quasi), la zip era guarita e le TAC non mostravano segni di malattia. Ero felice. Ero tornato a vivere.

Ma ancora una volta il destino aveva altri progetti per me.


Continua...


domenica 23 marzo 2014

Antefatto: ma erano chemio? - Parte 2 di 4

Vi dirò, questo racconto mi fa sentire un po' Papà Castoro (e io lo odiavo) però cercherò di ignorare questa sgradevole senazione e andrò avanti.
Dov'ero rimasto? Ah si, al ricovero.
Bene, il 25 vengo ricoverato e iniziano a farmi tutti gli esami possibili e immaginabili: analisi del sangue (si son presi 6 provette!! manco sapevo di avere tutto sto sangue), radiografia, TAC e risonanza magnetica. E ovviamente il caro vecchio agoaspirato...
Ora, per una persona normale l'agoaspirato dovrebbe essere un esame relativamente semplice da sopportare in quanto si fa in anstesia locale, quindi basta stendersi, rilassarsi e pensare ad altro, 10 minuti e tutto è finito. Già, ma sottolineo: per una persona normale, non per me. E si, perchè la mia naturale (e aggiungo masochistica) curiosità mi ha spinto a tenere gli occhi fissi sul ginocchio per tutto l'intervento, cosicchè io mi sia goduto lo splendido panorama di ago, discretamente spesso, che entra ed esce per svariate volte dal mio ginocchio cercando di aspirare un campione di tessuto malato.
Qualcuno è riuscito a farmi una foto a tradimento all'uscita dalla sala operatoria:

Comunque, dopo questa simpatica esperienza ho passato i seguenti 3-4 giorni tra analisi varie e incontri con i medici. In questi giorni vengo a sapere che la biopsia conferma la presenza del tumore e che quindi seguirò un protocollo standard che prevede 4 cicli di chemioterapia pre operatoria (da cominciare nell'immediato), intervento di resezione femorale con installazione di una protesi al posto del ginocchio seguito da altri 5 cicli di chemioterapia. Inoltre mi avvertono che le chemio hanno una possibilità, seppur abbastanza rara, di rendere sterili e di conseguenza che sarebbe meglio depositare il seme in un apposita banca per poter comunque avere la possibilità di avere un eventuale figlio. Detto ciò mi dimettono per un paio di giorni in attesa che si liberi un letto nel reparto di chemioterapia e così ne approfitto per andare a mettere un po' di seme nel freezer.
Quando torno in ospedale mi fanno sapere che i cicli pre intervento saranno composti da 1 infusione continua da 2 giorni alternata ad un infusione continua per 4 giorni. Questo per 2 volte e con una pausa di 2 settimane tra una chemio e l'altra.

La prima chemio dura appena 2 giorni ma sono due giorni che sembrano non passare mai. Lo stomaco decide di accogliere la prima chemio con salti mortali e avvitamenti tripli che portano una nausea continua. Il farmaco è di un colore giallino, quel colore che ricorda l'aranciata in lattina, "Beh, non deve essere poi così malvagio" mi dico...povero ingenuo.
E così passo 2 giorni a base di aranciata chemioterapica e gocce contro la nausea...roba che in confronto il soggiorno in un hotel a 5 stelle alle Hawaii è un incubo. 
Torno a casa e le 2 settimane di pausa trascorrono tranquille e senza troppi problemi: la nausea scompare dopo poco e i valori del sangue seppur ballerini mi costringono a rimandare la chemio solo di 2 giorni. Beh, significa che l'organismo ha risposto bene no? Buon segno.
Il ginocchio intanto smette di farmi male anche se il gonfiore rimane.
La situazione il 13/09/2012, da notare il femore-mongolfiera















Troppo presto viene la data del secondo ricovero, questa volta per il ciclo da 4 giorni, ovvero quello più pesante in quanto i farmaci da fare stavolta saranno due. Uno di un colore indescrivibile e l'altro di colore rosso...bene mi ci voleva proprio un bel gingerino!
In più questa volta mi applicano anche il CVC, ovvero il catetere venoso centrale, un tubicino che entrando dal petto arriva fino all'arteria succlavia, cioè una gorssa vena che arriva direttamente al cuore. Da questo tubicino è possibile infondere i farmaci o fare prelievi, eliminando così la seccatura di essere forati come un puntaspilli.Tuttavia questo tubicino ha bisogno di una certa manutenzione per evitare che si infetti e quindi è anche una bella seccatura.
Anche i 4 giorni passano con mooolta lentezza, ma tra litri di gocce antinausea, corse improvvise al bagno e giramenti di testa anche questo ciclo passa. Tutto passa.

Purtroppo questa volta i 20 giorni di pausa non sono stati tranquilli come quelli precedenti. Dopo appena 3 giorni dalla chemio i globuli bianchi hanno deciso che era ora di fare harakiri e il loro numero si è spaventosamente avvicinato allo 0, le piastrine li hanno seguiti a ruota e per un pelo non ho dovuto fare le trasfusioni e come se non bastasse ha deciso di farmi visita anche la stomatite, la quale per il dolore mi ha impedito anche solo di parlare e mi ha costretto a mangiare per 1 settimana solo omogeneizzati. Più ovviamente l'immancabile febbre fissa a 40 gradi.
Praticamente un vegetale, mi mancava solo il vaso.

Mi rendo conto di ver scritto tanto e quindi ve la farò breve, gli altri 2 cicli di chemio sono passati più o meno come quelli precedenti: valori del sangue ballerini, la stomatite che ogni tanto veniva a farsi una settimana di vacanza nella mia bocca e la febbre che si avvicinava ogni volta alla temperatura di un termosifone.
Il periodo che va da settembre a novembre 2012 è stato tremendo, ma la speranza della guarigione e la fiducia nei medici mi ha spinto ad andare avanti e nonostante non sempre sia stato facile ho sempre cercato di essere ottimista.

Finalmente durante l'ultimo ciclo mi avvertono che l'intervento è programmato per 23 novembre, "Ottimo, finalmente a breve mi libererò dell'ospite indesiderato" penso. Eh no caro, troppo facile.
Il destino aveva qualcos'altro in serbo per me.


Continua...


 


sabato 22 marzo 2014

Antefatto: l'entrata in guerra (e che guerra!) - Parte 1 di 4

Mi presento, il mio nome è Alessio ho 20 anni e da un anno e mezzo sono in guerra con la cosiddetta "malattia del secolo" ovvero il cancro. Prima di contrarre questa malattia sono sempre stato, nonostante la mia magrezza sembrasse dimostrare il contrario, un ragazzo fisicamente molto forte: mai avuto problemi di salute, le infezioni stagionali non sapevo neanche cosa fossero e la parola ospedale era a me sconosciuta. Qulcuno però aveva deciso che la mia vita era stata troppo semplice e che era ora di complicarla un po', così agli inizi di giugno del 2012 inizio ad avvertire quando cammino un lieve dolore all'altezza del ginocchio, nella zona distale del femore.
"Vabè" penso io "sarà un dolorino da nulla, passerà", e così passano i giorni e le settimane.
Arriviamo a luglio e il dolore persiste, anzi aumenta, infatti il ginocchio comincia a farmi male anche a riposo, però è ancora un dolore blando e quindi continuo a dirmi che non è nulla. "Ma come?!", direte voi, "hai un dolore al ginocchio che persiste da un mese, ti aumenta pure e tu non ti preoccupi?" ebbene si, se potessi tornerei nel luglio di 2 anni fa e mi spedirei a calci nel deretano dal dottore, fatto sta che allora non lo feci.
Passano altri giorni e il dolore aumenta sempre di più, caso volle che in quel periodo avessi una visita da un ortopedico a causa di un problema alla schiena e così accennai a lui i dolori al ginocchio. Per tutta risposta lui mi tastò con vigore il ginocchio (facendomi vedere le stelle) e concluse che il problema era la cartilagine che era debole e andava rinforzata. Mi rifilò un integratore e tanti saluti.
Inizio a prendere questi integratori ma il dolore non va via, anzi, aumenta a tal punto che necessito delle stampelle per camminare e il ginocchio comincia a gonfiarsi, così vado dal medico di famiglia che mi fa fare una radiografia, la quale però esce APPARENTEMENTE pulita. Ricordatevi questo "apparentemente", perchè in futuro ne riparleremo.
Scartata la radiografia il medico mi fa fare una risonanza magnetica e da qui si inizia ad intravedere qualcosa, dicono che ho del liquido nel ginocchio ma che per sicurezza devo fare una TAC con contrasto. Faccio la TAC con contrasto ed esce fuori la verità: ho una massa lunga 10 cm nella zona distale del femore (quella che si collega al ginocchio, per capirci). Intanto sono passati quasi 3 mesi dalla comparsa del dolore.
Il 22 agosto del 2012 il medico di famiglia pronuncia la sua sentenza: ho un osteosarcoma al femore, un tumore maligno che colpisce le ossa, e devo farmi vedere quanto prima da un esperto.
Per me, sul momento, è stata come una mazzata. Mi sono trovato dall'oggi al domani catapultato in un mondo completamente nuovo per me, un mondo fatto di ansie, paure, sofferenze e dolori.
Lucido come sempre mio padre si mette immeditamente in contatto con il primario del reparto di ortopedia oncologica dell'Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna che mi fissa un appuntamento per il 24 agosto.
Ve la farò breve, l'ortopedico mi conferma quel che il medico di famiglia già mi aveva anticipato e mi fa notare che il tumore lo si vedeva tranquillamente fin dalla radiografia (e qui ricordatevi quell'"apparente").
Domanda: adesso io cosa dovrei fare a quel precisissimo e competentissimo radiologo che non è riuscito a vedere in una radiografia un tumore di 10 cm? Come minimo dovrei svitargli gli occhi e riavvitarglieli al contrario. Ma ogni consiglio e ben accetto.
E poi niente, il 25 agosto vengo ricoverato, indosso la mia uniforme da combattimento, imbraccio il mio fucile fatto di speranza e buona volontà e dichiaro guerra al male del secolo mentre mi chiedo se mai tornerò alla vita di prima.


Continua...